Da "Elementi di critica omosessuale"

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    god save the queer

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    froci



    La psicoanalisi perviene alla constatazione del polimorfismo «perverso» infantile e riconosce la presenza in chiunque di una disposizione erotica rivolta verso le persone dello stesso sesso.
    Secondo Freud, il bambino è «costituzionalmente qualificato» al polimorfismo «perverso»: tutte le cosiddette «perversioni» fanno parte della sessualità infantile (sadismo, masochismo, coprofilia, esibizionismo, voyeurismo, omosessualità ecc.). In effetti, «la disposizione alle perversioni è l’universale disposizione originaria della pulsione sessuale umana, dalla quale si sviluppa il comportamento sessuale normale in seguito a mutamenti organici e a inibizioni nel processo di maturazione».
    Tra le potenze inibitorie che limitano la direzione della pulsione sessuale stanno fondamentalmente «le impalcature sociali della morale e dell’autorità».
    La società repressiva e la morale dominante considerano «normale» soltanto l’eterosessualità — e, in particolare, la genitalità eterosessuale. La società agisce repressivamente sui bambini, tramite l’educastrazione, allo scopo di costringerli a rimuovere le tendenze sessuali congenite che essa giudica «perverse» (e, in realtà, si può dire che ancor oggi vengano considerati «perversi» più o meno tutti gli impulsi sessuali infantili, compresi quelli eterosessuali, dal momento che ai bambini non viene riconosciuto il diritto di godere eroticamente).
    L’educastrazione ha come obiettivo la trasformazione del bimbo, tendenzialmente polimorfo e «perverso», in adulto eterosessuale, eroticamente mutilato ma conforme alla Norma.
    La maggior parte degli psicoanalisti riconosce manifestazioni sessuali già nei primissimi mesi e nei primi anni di vita ed elenca tappe evolutive di tendenze più o meno coscienti che si possono riassumere nello schema: autoerotismo-omosessualità- eterosessualità. Ma questa «evoluzione» non è naturale: essa riflette l’influenza repressiva dell’ambiente socio-familiare sul bambino, né, d’altra parte, la vita reale comporta necessariamente un «superamento» dell’autoerotismo e dello «stadio» omosessuale per l’eterosessualità esclusiva. L’ambiente in cui viviamo (in primo luogo la famiglia, cellula del tessuto sociale) è eterosessuale: in quanto tale costringe il bambino, colpevolizzandolo, a rinunciare alla soddisfazione dei propri desideri auto- e omoerotici e lo obbliga a identificarsi con un modello monosessuale di tipo eterosessuale mutilato. Ma non sempre ci riesce, evidentemente. La psicoanalisi definisce «indifferenziate» o comunque poco differenziate le prime manifestazioni di natura erotica: in altri termini, la scelta oggettuale, per il bambino, sarebbe dovuta più alle circostanze che al sesso (e di circostanze, nel corso della giornata, ne cambiano parecchie). Le bambine sono tutte anche lesbiche, i maschietti sono tutti anche froci.
    A coloro che si domandano se si nasce o si diventa omosessuali, bisogna rispondere che si nasce dotati di una disponibilità erotica amplissima, rivolta prima di tutto verso se stessi e la madre e poi via via rivolta verso «tutti» gli altri, indipendentemente dal loro sesso, e verso il mondo, e che si diventa, a causa dell’educastrazione, eterosessuali o omosessuali (rimuovendo gli impulsi omoerotici nel primo caso, rimuovendo quelli eterosessuali nel secondo).
     
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  2. fungolo
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    Per una volta, non mi sono perso nel leggerti ^_^ trovo interessante la teoria, ma ho sempre l'impressione sia troppo costruita. Forse perchè è un ragionamento a posteriori.
     
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    E' vero, è interessante questa teoria
     
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2 replies since 3/12/2016, 15:18   31 views
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