Samurai & Omosessualità

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    Samurai & Omosessualità



    L'omosessualità era considerata espressione normale e soddisfacente della sessualità.


    BeJxhT

    ll Giappone è un Paese di grande ed antica tradizione omosessuale, interrotta solo su pressione dei Gesuiti giudeo cristiani, dalla Restaurazione Meiji, del 1865.
    Elementi importanti di questa tradizione ancestrale si sono tuttavia conservati fino ad oggi; è sufficiente citare i continui richiami contenuti in opere di Mishima come Colori proibiti.
    I racconti del Nanshoku kagami di Saikaku, sull'amore intervirile, sono dedicati in gran parte ai Samurai: L’amore di un samurai per un altro uomo o per un fanciullo è considerato parte fondamentale del Giri, o codice d’onore: termine che racchiude una vasta gamma di significati e designa ll complesso degli obblighi accettati dall'individuo come propria norma etica.

    Quindi l’omosessualità trovava preciso inserimento nel comportamento sociale e più che essere tollerata come espressione sessuale del maschio adulto verso un fanciullo - considerato oggetto sessuale al pari di una donna, come avveniva nell'antica Roma - l’omosessualità in Giappone era soprattutto un rapporto tra eguali e molti samurai si basavano quasi esclusivamente sulle relazioni con altri maschi per la soddisfazione dei propri bisogni emozionali.

    Uno dei temi che ritroviamo nel racconto è la fedeltà, fatto piuttosto inusuale per Saikaku, già autore di storie di grandi libertini eterosessuali.
    Le storie di samurai enfatizzano invece soprattutto la fedeltà delle coppie di amanti al reciproco giuramento di amore; e questa è una prova ulteriore del rispetto verso il mondo dei samurai e verso la forma di amore da loro preferita. Gli amanti in genere disdegnano l'amore per le donne ma sono pronti a morire per provare il loro amore per un altro uomo. E le relazioni omosessuali si accompagnano spesso a espressioni misogine, frutto della rigida gerarchia sociale confuciana (anche se poi non mancano esempi di relazioni omosessuali femminili).
    Un altro spunto, anche se solo accennato, e il tema della seduzione, del tutto assente - per dirla con Foucault - dalla moderna esperienza omosessuale, ma di grande importanza per i giapponesi così come per i greci.
    Il racconto - come la maggior parte di quelli contenuti nel <<Nanshoku Okagami>> - finisce in maniera tragica, con il seppuku, il suicidio rituale (più noto in Occidente come harakiri) dei protagonisti.
    Il tema del doppio suicidio (che nel nostro racconto diventa addirittura triplo) e molto frequente nella letteratura giapponese ed e sempre stato ben accetto ai lettori; è quindi un elemento marginale al tema dell’omosessualità, considerata - non guasta ripeterlo - espressione normale e soddisfacente della sessualità.
     
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    Davvero interessante, se non ricordo male anche Nobunaga Oda ebbe delle relazioni omosessuali.
     
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    Ecco un'altra cosa interessante che non sapevo
     
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2 replies since 7/5/2016, 14:34   290 views
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